Il nuovo drammatico volto delle alluvioni

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La crisi climatica non è solo siccità, incendi e ondate di calore; piogge eccezionali e inondazioni sono il rovescio della medaglia della desertificazione: più caldo, più evaporazione, più aria calda e vapore acqueo in atmosfera, quindi piogge, venti e nevicate più intensi. Sempre più catastrofi sono provocate dalle immense alluvioni che colpiscono tutti i continenti del nostro Pianeta e sempre di più sono anche le morti che soccombono a questo fenomeno. 

Dopo le forti alluvioni che hanno colpito Belgio, Germania e Paesi Bassi (di cui parleremo successivamente), nuovi studi confermano il legame che intercorre tra eventi meteorologici estremi ed emergenza climatica: questa, secondo il gruppo di ricercatori del World Weather Attribution, la crisi climatica innescata dall’uomo ha reso molto più probabile le inondazioni mortali. “I modelli suggeriscono che il cambiamento climatico causato dall’uomo ha aumentato l’intensità delle precipitazioni di tali tempeste del 3-19% rispetto al clima pre-rivoluzione industriale”, viene affermato nella rivista Nature, incrementato dall’aumento della temperatura globale – di 1,2°C – e inducendo questi eventi estremi in qualsiasi regione dell’Europa occidentale. 

Come nel caso degli incendi (articolo: “L’aumento degli incendi a causa del cambiamento climatico”), queste agenzie di ricerca hanno mostrato l’indifferenza politica all’aumento della mortalità e distruttività proveniente dalle inondazioni. Sempre lo studio del World Weather Attribution, ha utilizzato il metodo della “revisione paritaria” per analizzare il modo in cui le attività umane hanno modificato le precipitazioni estive dell’Europa, con risultati tutt’altro che incoraggianti: mentre la crisi climatica si acuirà col passare del tempo, provocando danni sempre maggiori, la politica continua a temporeggiare e rimandando l’irrimandabile, contribuendo alla distruzione della razza umana. 

Dal 15 luglio 2021, gli Stati di Belgio, Paesi Bassi e Germania hanno visto parte dei loro territori venir completamente sommersi dalle acque, con l’incombere di violente inondazioni. È stato definito come un evento di “proporzioni storiche”, portando alla morte di 103 vittime e 1300 dispersi. Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, dopo aver annunciato aiuti del governo federale per le persone colpite dall’alluvione, ha dichiarato esplicitamente come “nessuno può dubitare che questa catastrofe sia legata alla crisi climatica”. Alla BBC News, il sottosegretario degli Interni ha descritto la drammaticità delle persone colpite dal fenomeno: “In pochi minuti dei piccoli ruscelli si sono trasformati in fiumi in piena, la gente non si poteva preparare a quello che è successo: chi si trovava in cantina o al pianterreno si è visto colpito improvvisamente, senza possibilità di fuga”. 

Anche molte regioni dell’Africa, già duramente colpita da altri problemi economici-politici, sono duramente colpite dal fenomeno delle alluvioni. Dal 2015, la capitale economica del Camerun, Douala, subisce quattro inondazioni all’anno nonostante, paradossalmente, piova molto meno di prima: “Le piogge sono più rare ma più intense, causando regolarmente lo straripamento dei fiumi”, spiega Joseph Olinga, geografo e responsabile della ricerca di soluzioni di adattamento per la città camerunese. Di fronte l’imponente aumento demografico della città, molti quartieri vedono il 40% delle abitazioni minacciato dalle piogge e dalle inondazioni, candidando i cittadini di quelle zone all’esodo rurale. 

Incendi e alluvioni, fuoco e acqua, sono, però, eventi con caratteristiche molto simili tra loro: pian piano, giorno dopo giorno, hanno la possibilità di colpire sempre più regioni del mondo, anche quelle che prima non potevano raggiungere. I danni che compiono sono sempre più alti e le vite che strappano sempre maggiori, di fronte ad una razza umana completamente immobile e ferma ad attendere il proprio tragico destino. 

 

Arienti Stefano

Arienti Stefano

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