Giorni e giorni di lunghe file davanti alle stazioni di rifornimento. L’isola di Cuba ha sperimentato la carenza di tutte le tipologie di merci durante la recente crisi economica, sia derivata dalla pandemia che dall’attuale guerra in Ucraina. Ma la cancellazione di festività, attività e manifestazioni a causa della carenza di carburante non era stata segnalata e le poche spiegazioni del governo rendono sempre più delicata la situazione statale.
Cuba sta affondando… non nel gas
Così come in un recente articolo pubblicato sul Venezuela, l’ultimo capitolo di una recente crisi economica sta nuovamente scuotendo la nazione insulare caraibica. Trasporti pubblici, turisti e tassisti di Cuba stanno soffrendo negli ultimi mesi le forti carenze di carburante, a fronte di un governo poco chiaro sul motivo del disavanzo. “Sono tre giorni che aspetto in questa fila per la benzina e ancora non sappiamo se il camion (del carburante) arriverà oggi”, ha affermato il tassista privato Alexander Pérez. “La situazione in tutto il Paese è critica e le file sono interminabili, e non danno alcuna spiegazione”.
Nessuna luce in fondo al tunnel, quindi, per Cuba. Ma facciamo chiarezza. Gli esperti hanno affermato che la mancanza di benzina e gasolio non è dovuta alla mancanza di greggio: Cuba, infatti, produce circa la metà di quello di cui ha bisogno e compra il resto da altri paesi. Proprio come in Venezuela, infatti, le principali motivazioni di questa crisi sono relative alle difficoltà nel raffinare il greggio. “Non c’è carenza di greggio a Cuba”, dichiara lo stesso Jorge Piñon, ricercatore senior presso l’Università del Texas e l’Energy Institute di Austin. Il Venezuela – principale fornitore di greggio di Cuba – sta addirittura vendendo all’isola una quantità simile di petrolio, o anche leggermente maggiore rispetto all’anno scorso. Inoltre, il territorio di Avana avrebbe anche ricevuto sia petrolio dalla Russia (anche se i dettagli sono sconosciuti) che dal Messico, il quale ha consegnato due petroliere dalla compagnia statale Pemex. I problemi, quindi, sono riconducibili sia ai problemi tecnici di produzione nelle raffinerie cubane (costruite nel 1957) e sia una fornitura dal Venezuela di prodotti a malapena puliti e ben raffinati. Sempre secondo le parole di Piñon infatti: “Il problema […] sembra essere correlato questa volta con una produzione insufficiente nelle raffinerie nazionali, che crea un maggiore fabbisogno di benzina e diesel importati e che il Venezuela non può soddisfare”.
https://abcnews.go.com/International/wireStory/cuba-fuel-shortages-prompt-rationing-event-cancellations-98815892La carenza di carburante è divenuta critica già due settimane fa. Lunedì 17 marzo, lo stesso direttore commerciale della società statale Cubapetroleo, Lidia Rodriguez, dichiarò la presenza di bassi livelli di “greggio raffinabile”; e, nel frattempo, le autorità di Villa Clara hanno affermato in una dichiarazione pubblica su Facebook del governo che il carburante sarà venduto solo ai conducenti di auto autorizzate a operare come vettori pubblici e fornitori di servizi di base, come ambulanze e altri veicoli d’emergenza. Di conseguenza, le università delle province di Villa Clara, Holguin e Sancti Spiritus e l’Università Agraria dell’Avana hanno dichiarato la necessità di svolgere obbligatoriamente le lezioni online.
Niente festeggiamenti
La Giornata Internazionale dei Lavoratori a Cuba è sempre stata caratterizzata da un corteo con milioni di persone, tutte in marcia attraverso la Piazza della Rivoluzione dell’Avana. Quest’anno, però, la grande piazza sarà completamente vuota, proprio per la penuria di benzina che sta paralizzando l’isola. Nonostante il segretario generale del sindacato dei lavoratori, Ulises Guilarte de Nacimiento, abbia annunciato che la sfilata sarà sostituita da una manifestazione minore sul lungomare di Cuba, la voglia di festeggiare è stata sostituita da file chilometriche di automobilisti, impazienza per le assenti risposte del governo e preoccupazione per una crisi che continua da oramai fin troppi anni.