Nella sera del 28 ottobre 2021, il miliardario Mark Zuckerberg ha presentato all’evento Facebook Connect il nuovo nome di Facebook Inc.: “Meta”. Questo cambiamento è stato presentato dal CEO come la necessità di presentare una azienda completamente distante da quella originaria: “In questo momento, il nostro brand è così strettamente legato a un prodotto che non può assolutamente rappresentare tutto ciò che stiamo facendo oggi”. La rivoluzione che, infatti, l’azienda di Harvard vuole portare è un completo mutamento e rinnovamento del mondo, un avvicinamento “alla Matrix” tra realtà e digitale, sfruttando l’immenso e inesplorato concetto del “Metaverso”.
Il “Metaverso” è uno spazio virtuale, un insieme di mondi virtuali 3D condivisi e collaborativi tra loro; un luogo concretamente inesistente in cui si “entra” per fare ciò che si vuole: lavorare, meeting, incontrare nuove persone o chiacchierare coi propri amici. Nato come concetto completamente legato al mondo dei giochi online, la grande differenza coi tentativi precedenti di metaverso è la persistenza dei contenuti digitali presenti al suo interno: grazie a tecnologie come blockchain e criptovalute (per articolo: “La storia delle criptovalute”), non solo luoghi virtuali ma anche oggetti e le identità di coloro che vi si muovono al suo interno saranno immutabili.
Il termine “Metaverso” nacque ufficialmente dallo scrittore Neal Stephenson, per descrivere così l’ambiente in cui viveva l’avatar digitale protagonista del romanzo “Snow Crash”, del 1992; rimase, però, fino all’anno scorso qualcosa di vago e di difficile realizzazione, ma che con l’evoluzione digitale delle criptovalute ha subito un “boost” in più per divenire una vera e propria realtà.
Sempre più persone stanno trasportando la propria vita dentro il Metaverso; personaggi famosi, influencer, Dj e cantanti rendono pubblico il loro stile di vita sui social network, comprando oggetti digitali a prezzi folli o addirittura compiendo brevi concerti online.
Il mercato immobiliare è, però, la frontiera del guadagno più redditizio in questa realtà digitale: la persistenza dei contenuti permette anche la possibilità di “comprare casa” nel Metaverso, avere una dimora stabile in cui far riposare il proprio avatar. L’acquisto di abitazioni avviene sotto forma di NFT, pagando ufficialmente con le criptovalute e con le medesime intenzioni di un vero e proprio mercato reale: viverci al suo interno oppure attendere e sperare di rivenderla in futuro ad un prezzo maggiore.
Negli ultimi mesi abbiamo potuto osservare significativi investimenti in terreni virtuali da molteplici società digitali. Una persona ha recentemente acquistato per 450 mila dollari un appezzamento di terreno nello “Snoopverse” – il mondo virtuale del rapper americano Snoop Dogg. Oppure, il Metaverse Group, una società immobiliare focalizzata sull’economia nel metaverso, avrebbe acquistato un terreno nella piattaforma virtuale “Decentraland” per l’equivalente di 2,43 milioni di dollari.
Quello che sembrava essere solo fantascienza sta diventando un bagliore di quotidianità. Il Metaverso è una seconda vita che le persone possono condurre e godersi. Sarà quindi chiaro come in un mondo sempre più “reale”, aumenteranno anche le dinamiche relazionali tra avatar: troveremo società immobiliari, grandi artisti di NFT, ma anche giocatori d’azzardo e probabilmente malviventi e possibili “ladri virtuali”.
A proposito di questi rischi, il caso più eclatante pubblicato ufficialmente all’inizio di dicembre dalla rete statunitense “The Verge” portava la denuncia di una utente molestata in una piattaforma multiplayer sviluppata da Meta, disponibile oggi solo in Canada e Stati Uniti. “Le molestie sessuali non sono normalmente uno scherzo su Internet, ma essere in realtà virtuale aggiunge un altro livello che rende l’evento più violento”, ha scritto così la ragazza, non solo “palpeggiata” dal molestatore ma circondata da altri ragazzi che sostenevano il comportamento dell’uomo.
Non possiamo sapere le conseguenze a cui si andrà incontro col Metaverso, se una nuova frontiera di guadagno, la sostituzione totale della vita reale o un evento catastrofico. Studiosi prevedono addirittura una implosione di Meta o, più preoccupante, un’espansione monopolistica della nuova tecnologia “virtual life”, con echi degni del romanzo di George Orwell. La domanda che però possiamo porci è l’utilità di una “replica” o di una “sostituzione” del mondo reale, un nuovo spazio in cui ampliare le relazioni e diminuire le distanze tra continenti o un distaccarsi completamente da quella che è effettivamente la vita vera?