La rinascita del Partito Democratico?

primarie Partito Democratico 2023

Condividi:

Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico. “Congratulazioni e in bocca al lupo, è stata più capace di innovare”, così lo sconfitto Stefano Bonaccini ha concesso la vittoria alla nuova segretaria quando lo scrutinio era arrivato all’80%, una nuova presidente che è stata in grado di ribaltare il voto dei circoli e molte delle aspettative passate. Il Partito Democratico si colora di rosa e, sicuramente, Elly Schlein risulta essere una boccata d’aria nuova per un partito sempre più “anziano” e soprattutto immobile. Una novità, però, che preoccupa l’élite “meloniana” al comando ma anche molti dei sostenitori del PD. 

 

Affluenza alle urne

Primo elemento da osservare, al di là di ogni altra considerazione, è certamente l’affluenza alle urne. E, come da molti anni a questa parte e non solo per le primarie del PD (a tal proposito ricordo l’articolo del 18 febbraio 2023 sulle regionali di Lombardia e Lazio), non c’è nulla di cui essere contenti e molto invece di cui preoccuparsi: solamente un milione di votanti si è recato alle urne durante queste primarie, un dato in costante calo dal debutto di Walter Veltroni nel 2007 (in cui l’affluenza raggiunse un picco di 3,5 milioni) o ancora minore se paragonata all’elezione nel 2019 di Zingaretti (con un’affluenza di 1,6 milioni). Ricordiamo inoltre che dall’esordio delle primarie nell’autunno di sedici anni fa, gli otto segretari del PD successivi si sono sempre dimessi prima della scadenza del mandato. 

Molti definiscono l’ascesa della Schlein come un grande cambiamento, una rottura da un passato sempre più cupo e la possibilità di una nuova restaurazione. Di fronte a questi dati, però, possiamo dire di essere veramente davanti ad una rivoluzione?

 

Biden vs Trump

Il “contrasto a ogni forma di diseguaglianza e il diritto a un lavoro dignitoso” sono le priorità del nuovo Partito Democratico. Annullare gli errori del “Jobs Act” di Renzi, salario minimo, cambiamento delle politiche migratorie e d’accoglienza, diritti civili, eutanasia e contro l’autonomia regionale. Elly Schlein si è imposta nel nuovo panorama politico soprattutto per il grande peso dato a quelle che possiamo raggruppare nella categoria delle “politiche umane”, un’attenzione negli ultimi anni sempre più presente nel Partito Democratico e (sicuramente e fortunatamente) arma “acchiappa-voti“ per una fascia più giovanile della penisola. 

Il pensiero della Schlein sembra essere – in ambito umano – molto lontano rispetto a quello dell’avversaria al comando, Giorgia Meloni. E le due “comandanti” dei partiti più grandi d’Italia sembrano essere pronte ad una dura battaglia. “Anche stavolta non ci hanno visto arrivare […] Il popolo democratico è vivo e ha una linea chiara e ci chiede di cambiare davvero”; e ancora: “Saremo un bel problema per il governo Meloni, organizzeremo una vera opposizione”, così ha dichiarato Elly Schlein durante il suo primo discorso dopo la proclamazione. Il confronto-scontro con il neo-governo è aperto e le volontà della prima presidente donna del PD sembrano essere più quelli di una sfida che di una costruzione e crescita pacifica. 

La nostra Italia, perciò, se vogliamo provare a fare un paragone particolarmente azzardato, sembra assumere alcune caratteristiche del passato politico di Washington. La sfida Schlein-Meloni è, sotto certi aspetti, molto simile allo scontro Biden-Trump del 2020/21 e che, come ben sappiamo, vide prevalere il primo sul secondo. Una politica nazionalista, spesso liberale e particolarmente attenta al mondo economico come quella di Giorgia Meloni (Trump) dovrà ferocemente combattere una sfidante, la Schlein, dalle idee nuove e maggiormente premurosa verso il mondo umano-sociale (Biden). Chissà se questo nuovo fronte di battaglia vedrà uscire vittoriosa, come la storia americana, la bandiera “sociale” su quella “economica”; e se, come insegna oggi il popolo statunitense con Biden, tirando troppo forte la coperta dei diritti umani ad un certo punto si rompe, lasciando totalmente al destino altri grandi problemi economico-politici. 

Arienti Stefano

Arienti Stefano

Scopri altri articoli