Il 25 febbraio si sono tenute le tanto contestate elezioni generali in Nigeria, che hanno visto uscire vincitore l’economo e politico Bola Ahmed Adekunle Tinubu, settantenne nigeriano laureato in economia e amministrazione nel 1979 alla Chicago State University. Seppur l’apparente relativa calma, i molteplici incidenti logistici che hanno guastato le operazioni di voto e di conteggio hanno alimentato le preoccupazioni per possibili manipolazioni. Tuttavia, Bola Tinubu – candidato del Congress of Progressive (APC) – è stato eletto con il 35% dei voti, davanti all’avversario Atiku Abubakar con il 28% dei voti.
La Nigeria si appresta a questo passaggio di potere dopo una situazione economica assai carente, accompagnata da una crisi e insicurezza diffusa; dopo un periodo, infatti, segnato da una grave carenza di liquidità e carburante nel paese, molti contano su questa nuova ascesa governativa per dare nuovo slancio alla Nigeria.
Le potenzialità non sfruttate della Nigeria
In un articolo di oltre un anno fa, già descrivevamo le grandi potenzialità della Nigeria, il paese più popoloso e sicuramente tra le più grandi economie del continente africano. Seppur, infatti, la giovane popolazione e le abbondanti risorse naturali, la Nigeria viene ancora considerato uno Stato di “serie B”, in quanto estremamente dipendente dalle riserve petrolifere e limitato dall’insicurezza statale diffusa, che mettono in ombra il vasto potenziale economico del paese sia nei settori manifatturieri che in quelli tecnologici.
Di conseguenza, il destino dell’Africa sub-sahariana è fortemente intrecciato con quello della Nigeria: un africano sub-sahariano su sei è infatti proveniente dal territorio di Abuja e, come affermato in precedenza, stiamo parlando dell’economia più grande di tutta l’Africa. Una Nigeria prospera aiuterebbe anche il resto degli stati sub-sahariani; una Nigeria che “inciampa” li trascinerebbe con sé nel baratro. È quindi un problema se, dal 2015 al 2022, l’economia sia cresciuta così lentamente che il nigeriano medio è diventato più povero in termini reali.
Sfortunatamente, una medesima situazione è prevista anche per quest’anno. Nel mese di febbraio, infatti, migliaia di automobilisti lamentarono gli svariati danni subiti dalle loro auto a causa dell’acquisto di benzina adulterata ai distributori. La Nigeria, appunto, estrae ma non raffina i carburanti, costringendo quindi all’importazione. Similmente alla situazione di Cuba e Venezuela, centinaia di nigeriani hanno passato ore e ore in fila ai distributori per fare rifornimento, principalmente nelle due grandi città di Abuja e Lagos.
Inoltre, a peggiorare la crisi nigeriana permane da decenni l’insicurezza e le minacce provenienti dai gruppi armati. Le tensioni politiche, infatti, aumentarono non di poco durante il periodo di elezioni generali di quest’anno e Boko Haram ha continuato imperterrito i suoi attacchi nel nord-est dello stato (ricordiamo, infatti, la brutale uccisione di quaranta fedeli in una chiesa nel sud-ovest dello Stato di Ondo nel giugno 2022 e i diversi attacchi di islamisti in prossimità della sede del governo ad Abuja).
Le elezioni della svolta?
“Stiamo aspettando di vedere come la nuova amministrazione prenderà le questioni economiche fondamentali e in particolare se ci sarà un tentativo di ridurre la spesa”, ha affermato Idayat Hassan, direttore del Centro per lo Sviluppo e la Democrazia (Cdd) di Abuja. “L’insicurezza è ovviamente un altro problema urgente. Non possiamo immaginare di avere un’economia di successo in un contesto di sicurezza difficile”. Tutti gli occhi sono quindi puntati su Bola Tinubu, il quale avrà l’arduo compito di guidare la Nigeria verso la risoluzione di questi due principali problemi appena descritti.
Non appena la sua vittoria è stata annunciata, Tinubu si è comunque dimostrato un pacificatore alla guida di un partito storico alquanto inefficace: ha promesso di essere “un leader giusto” e si è rivolto ai suoi critici con aria di grande cambiamento. “Sono consapevole che per molti di voi la Nigeria è diventata un luogo di sfide permanenti che limitano la vostra capacità di immaginare un futuro luminoso”, ha dichiarato post elezione il nuovo capo di Stato. “Vi ho sentito bene, capisco il vostro dolore, le vostre speranze per un governo migliore, un’economia funzionante e una nazione sicura che vi protegga e protegga il vostro futuro”.
Tra queste parole speranzose, però, si insinua già il risultato (seppur vittorioso) poco soddisfacente delle elezioni. Bola Tinubu, infatti, ha ricevuto il minor numero di voti di qualsiasi vincitore nella Quarta Repubblica nigeriana (dal 1999 ad oggi). Inoltre, le tensioni, la violenza e le intimidazioni avvenute poco prima delle elezioni hanno colpito anche l’affluenza alle urne: seppur un forte iniziale coinvolgimento i mesi prima del grande giorno – in particolare tra i giovani, che costituivano oltre il 70% dei nove milioni di nuovi elettori aggiunti al registro prima del 2023 -, dei 93,5 milioni di elettori registrati, solo 87,3 avevano raccolto tessere elettorali permanente il giorno prima delle elezioni e, infine, meno di un terzo di loro ha votato. L’affluenza complessiva, perciò, è stata solo del 27%, segnando un nuovo minimo storico.