Al giorno d’oggi è ancora moralmente giusto fare figli? La risposta è, pericolosamente, “tremolante” e sempre più spesso negativa.
Storia e religione
Sarebbe un’ovvietà dire che durante tutto il corso della storia, l’essere umano non si è mai posto una domanda simile. Dare la vita ad un figlio, nel caso di una famiglia altolocata, significava portare avanti la propria dinastia, un segno di vigore, forza e grande dignità; in situazioni precarie invece, fare figli era una risorsa economica fondamentale. Da una parte vi erano più persone da nutrire e sfamare ma, dall’altra, più forza lavoro e, pertanto, le possibilità di guadagnare del denaro aumentavano esponenzialmente. In passato, avere una progenie, non era oggetto di domande etiche o morali, bensì risposta a questioni teologiche e religiose. Nel Libro della Genesi si riporta un passaggio molto chiaro: Dio stesso rivolgendosi ad Adamo ed Eva disse: “Siate fruttiferi e moltiplicatevi, riempite la terra” (Genesi 1:28). Una simil frase lascia poco spazio all’interpretazione: riprodursi non era considerato giusto di per sé, bensì era giusto soprattutto in quanto tale possibilità era conseguenza di una concessione, di una benedizione divina e assecondare questo dono significava seguire il volere di Dio. Durante tutto il corso della storia, e in alcune parti del mondo – come l’Asia – ancora oggi, è quasi sempre prevalsa la cosiddetta visione “telescopica”. Secondo questa concezione il nucleo famigliare veniva inteso come lignaggio, un’eredità, produttrice e creatrice di un’ininterrotta successione di generazioni; pertanto, risulta prevalente l’enfasi sull’asse verticale delle relazioni, tra genitori e figli, piuttosto che su quello orizzontale (la coppia). Per questa ragione dare alla luce un bambino, o bambina, è da sempre considerato come un atto onorevole, capace di conferire alla famiglia un valore aggiuntivo e ulteriore dignità.
Perché allora è nata questa domanda?
Forse il più grande campanello d’allarme in relazione alla domanda genitoriale che stiamo analizzando è proprio il fatto che, anche a fronte di un passato caratterizzato dal desiderio di procreare, la stragrande maggioranza delle persone è in grado di comprendere la ragione presente dietro a tale domanda, ovvero il motivo per cui essa sia sorta proprio in questo momento storico. A seguito di due anni di pandemia che ha portato alla morte circa sei milioni di persone, una – conseguente – crisi economica a livello globale caratterizzata da un aumento dell’inflazione e una svalutazione della moneta, l’avvicinarsi di un futuro incerto a causa del cambiamento climatico e il ripresentarsi di una guerra nel cuore dell’Europa, è doveroso quanto meno riconoscere che il sopraggiungere di una domanda di tal sorta presenta, al suo interno, un minimo di ragionevolezza. I tempi che stiamo vivendo sono difficili: diversi Stati versano in una condizione di totale povertà e privazione sanitaria; le Superpotenze, invece, sono in continuo scontro e si respira una tensione preoccupante; in più la questione ambientale è sempre più presente e pressante all’interno della quotidianità di tutti noi. Proprio la questione ambientale è, per molte giovani coppie, l’ago della bilancia, il peso che rende complessa la decisione di avere dei figli.
“Bambini, non utilizzate carburanti fossili”
La crisi climatica ci obbliga a dover prendere, nel quotidiano, alcune scelte e decisioni in linea con il desiderio di consumare e introdurre nell’aria minor quantità di anidride carbonica, con la speranza di arrivare nel giro di pochi anni ad uno stile di vita caratterizzato da zero emissioni. Fare figli, però, non è – in termini generali – una scelta del tutto coerente con tale linea di pensiero. Per quanto sia un ragionamento inusuale e che potrebbe far “storcere il naso” a molti, diverse giovani coppie ritengono giusto non avere figli (o averne pochi), poiché i neonati producono tonnellate di carbonio ogni anno. Secondo alcuni ricercatori, infatti, un bambino può arrivare a produrre anche 58.6 tonnellate di carbonio ogni 365 giorni: in questo senso avere figli è effettivamente una scelta poco sostenibile. Tuttavia, essere umani – da sempre – significa essere “produttori di anidride carbonica” e comparando il nostro impatto sull’ambiente con il sovra-utilizzo di materiali fossili che da anni caratterizza la nostra quotidianità, il dato sopracitato è quasi del tutto ininfluente. Per quanto esistano studi riguardo alle emissioni prodotte dai neonati e presone che hanno preso una delle decisioni più importanti della loro vita in base a tali ricerche, è giusto sottolineare che la maggior parte delle coppie che decide di non aver figli sulla base di un ragionamento di carattere morale, lo fa non tanto per il benessere del pianeta ma per il bambino stesso. Molti genitori semplicemente non vogliono far vivere il proprio bambino in un mondo destinato ad essere altamente inospitale. Secondo Benatar David, un filosofo sudafricano, infatti, fare figli è ingiusto ed è una scelta che va contro l’interesse del bambino stesso.
Un po’ di dati
Secondo una ricerca condotta nel 2022 dalla GlobeScan, il 65% della popolazione mondiale considera il cambiamento climatico uno dei maggiori problemi del ventunesimo secolo; quello che impressiona maggiormente è che solo nel 2014 la percentuale ammontava al 45%. Invero, il dato più significativo è la percentuale di giovani coppie che a causa di tale problematica sta iniziando a considerare il “non avere figli” come una scelta giusta ed eticamente condivisibile. Secondo la ricerca condotta dalla GlobeScan il 44% delle persone Under 30 considera il cambiamento climatico come l’ago della bilancia nella decisione genitoriale. Ma la questione ambientale non sta cambiando i paradigmi su cui si è basato l’uomo sino ad oggi solo in tema di paternità e maternità; sta infatti cambiando anche il mondo di concepire se stessi e il proprio futuro su questo Pianeta. Uno studio condotto in America della Fidelity Investment nel 2022 ha dimostrato che il 45% delle persone facenti parte della generazione dei Millennials e, in aggiunta, della Generazione Z, non ha interesse a risparmiare soldi o fare un piano di investimento che possa garantire loro una pensione. Rita Assaf, vicepresidente della sezione dedicata ai fondi pensione della Fidelity Investments ha dichiarato: “A questo gruppo, la pensione sembra essere molto lontana e hanno preoccupazioni più immediate”. Questo dato, seppur non importante per la nostra analisi, è fondamentale per capire la portata del problema e dimostrare che la questione ambientale sta ad oggi influenzando le decisioni dei più giovani.
Conclusione
Probabilmente non esiste una risposta oggettiva alla domanda: al giorno d’oggi è ancora moralmente giusto fare figli? Ma probabilmente, invece di privarci della gioia di essere genitori, ciò che si può fare però è cercare di combattere il cambiamento climatico e, il prima possibile, invertire la rotta, in modo tale che una domanda di tale portata, così ragionevole e al medesimo tempo così tragica non debba mai più ripresentarsi alla mente dell’umanità.