Hegel parla del Covid-19

Condividi:

Il 31 dicembre del 2019, in Italia è stato indetto lo stato di emergenza. Già da qualche mese prima di questa data, circolava voce che fosse scoppiata un’epidemia in Estremo Oriente, nei pressi di un Istituto di virologia cinese, ma ancora non si credeva fosse possibile l’arrivo di una malattia in Europa e nel resto del globo. Il Covid-19, però, ha abbattuto ogni confine territoriale costringendo tutto il pianeta a chiudersi a riccio. Il mondo da quel fatidico giorno non ha più avuto lo stesso volto.

 

Perché Hegel è nel titolo dell’articolo?

Nella “Fenomenologia dello Spirito, Hegel descrive il cammino che la coscienza di ogni uomo compie per giungere alla conoscenza. L’autore descrive un vero e proprio cammino, quasi evolutivo, che la “persona” dovrebbe compiere per giungere a conoscere. Tuttavia, ogni volta che “incontra” sul suo percorso un tipo di conoscenza, che sia quella dei cinque sensi o quella astratta (logica), si accorge di come questa non basti per saziare la sua fame. Una volta constata la mancanza di completezza del sapere, la coscienza dell’uomo si sente impaurita e senza punti di riferimento e cade in un profondo terrore ma comunque continua il suo cammino per cercare una certezza perfetta e che non ammetta eccezioni. Questo è ciò che è successo quando l’umanità si è trovata dinanzi al Covid.

 

Lo stile di vita condotto prima del 2020 sembrava essere quello perfetto, la coscienza collettiva concepiva i costumi del nuovo millennio come quelli definitivi, intoccabili e soprattutto incrollabili. Abbiamo tutti sperimentato quanto tale pensiero fosse erroneo. In soli dodici giorni (periodo trascorso tra l’accertamento del primo caso in Italia e la dichiarazione di stato di emergenza) le nostre abitudini sono dovute cambiare. La pandemia ha portato con sé conseguenze, inizialmente, inimmaginabili che hanno eliminato o radicalmente mutato il volto di molte tradizioni e gesti che prima erano ordinari e scontati. Da un momento all’altro un caldo abbraccio da parte di una persona cara è passato dall’essere un segno di affetto ad un gesto estremamente pericoloso, i mezzi di trasporto sono divenuti focolai quando prima erano visti come risorse comode e veloci per raggiungere la propria abitazione o il proprio luogo di lavoro, due realtà che per molti sono venute a coincidere. 

La coscienza non era pronta ad un tale stravolgimento: ritrovandosi a considerare che la sua conoscenza relativa alla realtà era limitata e, quindi, incompleta. Il terrore e la mancanza di un sapere saldo e certo nei confronti della vita sono dilagati, gli avvenimenti del domani e i piani a lungo termine erano diventati un illusione. 

 

L’uomo si è trovato nella condizione descritta da Hegel, privo di certezze proprio nel momento in cui credeva di averle trovate e, oltre tutto, nel momento di maggiore quiete: dopo circa settant’anni dalla fine dell’ultima grande guerra, quando il mercato sembrava essersi ripreso dopo la crisi iniziata nel 2008. 

Proprio di fronte all’acquisizione di nuovi punti saldi, quali pace e crescita economica, un nuovo crollo è piombato. La vita che tutti noi conoscevamo ci è sfumata tra le mani e nonostante tutto, il mondo, le persone, si sono dovute adeguare al cambiamento e hanno, incoscientemente, continuato il cammino della vita, trascinate dal tempo e dalla speranza. La sua prospettiva si sta delineando tutt’altro che assurda: abbiamo acquisito nuove conoscenze, più complete e salde rispetto alle precedenti, abbiamo sviluppato un vaccino in poco più di un anno, conosciamo meglio come i virus si muovano e si diffondano e forse, questo virus, ci ha mostrato come, infondo, siamo tutti esseri umani, certo con differenze culturali e sociali, ma facenti parte di un’unica specie.

 

Nel terrore e mancanza di certezze, Hegel, ha visto la formazione di una nuova conoscenza, più completa e gratificante, in breve un “salto di qualità”. Le strade che sembrano ora delinearsi sono due: cercare disperatamente di ristabilire una“normalità” ormai passata oppure continuare il cammino nella speranza di giungere a nuove certezze.

Arienti Stefano

Arienti Stefano

Scopri altri articoli