I Bias Cognitivi: errore o risorsa?

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Per trattare in modo completo di un argomento complesso come i Bias, bisogna innanzitutto cercare di fornirne una definizione che sia al tempo stesso completa e comprensibile. I Bias cognitivi vengono spesso associati ai pregiudizi, o per meglio dire, a scorciatoie interpretative che il nostro cervello crea quando ci si trova dinnanzi ad un dato evento o ad una data situazione che, tuttavia, non ci è del tutto chiara. Il Bias è, quindi, un errore cognitivo che si verifica nel momento i cui siamo chiamati ad interpretare la realtà e abbiamo dei dati parziali sui quali basare le nostre decisioni.

 

Da dove hanno origine questi Bias?

Iniziamo col dire che il nostro cervello, in media, e chiamato a prendere 35.000 decisioni ogni giorno e per poter far ciò ha sviluppato delle scorciatoie, anche dette “euristiche”, ovvero dei processi mentali che ci permettono di agire basando le nostre scelte su informazioni pregresse e intuizioni che ci permettono di creare e sviluppare un giudizio critico e un’idea generica riguardo ad un dato argomento senza effettuare sforzi cognitivi costanti. In pratica, il nostro cervello trae conclusioni veloci riguardo a determinati eventi, sulla base di ragionamenti posti in essere in passato a riadattandoli alla situazione presente.

Si intuisce come la creazione di queste “scorciatoie” sia fondamentale nella nostra esistenza, in quanto, senza questa capacità, non avremmo modo di processare 35 mila decisioni ogni giorno per il resto della nostra vita.

Facendo un passo indietro e tornando ai Bias, questi possono essere quindi descritti come euristiche inefficaci, o per meglio dire, euristiche sfruttate per esprimere giudizi sulla realtà che, tuttavia, finiscono per divenire pregiudizi costruiti al fine di interpretare situazioni mai vissute e di cui non si è mai fatta esperienza.

I vicini di Charlie Munger

Un Bias molto importante e molto comune è il, cosiddetto, Bias della Perdita o Bias dell’avversione alle perdite, secondo cui nel momento in cui possiedi qualcosa e si rischia di perderla si tende a sovrastimare il valore dell’oggetto della nostra perdita. Per chiarire questo concetto proviamo a fare un esempio: Charles Munger, uno studioso ed esperto di Bias Cognitivi, ha riscontrato questa “fallacia” nel comportamento di due suoi vicini di casa. Entrando nello specifico, le abitazioni dei suoi vicini affacciavano entrambe sul porto della loro città e le due strutture erano state costruite in modo tale da permettere agli inquilini di avere una visuale di 180° sullo splendido panorama. Un giorno però una delle due persone in questione decise di piantare un Pino all’angolo esterno del proprio giardino, in modo tale da non alterare di troppo la visuale. L’altro vicino di casa, una volta presa coscienza del cambiamento e quindi della sua perdita, non concentrò la propria attenzione sul fatto che avesse ancora gran parte della splendida visuale a sua disposizione, bensì sovrastimò il valore di quella porzione di panorama persa andando così a privarsi della pace e della bellezza di quel luogo.

Questo Bias, che nella dinamica appena descritta porta uno dei due protagonisti ad assumere comportamenti irrazionali non ha, tuttavia, solo è unicamente lati negativi, in passato infatti questa scorciatoia mentale ci ha permesso di rimanere in vita ed evolverci. Conferiamo a ciò che perdiamo ha un valore molto maggiore di ciò che ci rimane o di ciò che guadagniamo in quanto il nostro cervello è progettato per sopravvivere ed ha imparato a considerare ogni perdita come una perdita potenzialmente mortale, un ostacolo alla sopravvivenza.

Conclusione

In passato i Bias cognitivi ci hanno permesso di progredire sia livello individuale che come specie, tuttavia, ad oggi, tali inganni e scorciatoie che il nostro cervello crea sono, per lo più, d’intralcio e presentano un carattere di totale negatività all’interno della nostra quotidianità, per questa ragione è importante esserne al cosciente e cercare di basare le nostre decisioni e i nostri giudizi su processi mentali strutturati, come le “euristiche”, che non sfocino nel pregiudizio e istintività.

Arienti Stefano

Arienti Stefano

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