Il credito sociale cinese spiegato da Orwell e Jeremy Bentham

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Standardizzazione della popolazione. Abbattimento delle idee “medie”. Nuova stabilità dell’élite dominante. Creazione di un database unico nazionale. Il PCC, Partito Comunista Cinese, sta creando e ottenendo l’utopia dello “Stato perfetto” per una classe governativa, un territorio completamente dominato da chi è al potere senza doversi preoccupare di rivoluzioni interne popolari. Opposto al pensiero marxista, la nuova tradizione cinese si basa sull’elevazione completa del partito e della classe dominante, oscurando tutte quelle voci “secondarie” e ingombranti per la cultura cinese da fondare. Questo progetto cinese è esponenzialmente aumentato con il sistema del credito sociale, un imponente regime di controllo che prende ispirazione da vecchi pilastri della tradizione culturale europea, precursori della modernità e del suo sistema di controllo. 

Il sistema di credito sociale si basa sostanzialmente su un meccanismo di premi, ricompense e sanzioni, dipendenti dal comportamento del cittadino (articolo: “Il sistema del credito sociale in Cina”). È un controllo garantito da un sempre più determinante regime di “algocrazia”, governo che basa la sua supremazia su un regime tecnologico e informatico che copre la vita quotidiana di un cittadino durante qualunque attività che svolge. “Il Grande Fratello vi guarda”, così George Orwell, nel suo più celebre romanzo “1984”, introduce una realtà che seppur nel 1948 sembrava un panorama distopico, oggi riescono a descrivere il controllo tecnologico che molti Paesi stanno sviluppando: dagli algoritmi dei grandi social network fino a forme più estreme come il credito sociale cinese, il mondo si sta trasformando in una grande società interconnessa, diseguale e sorvegliata, talvolta mirata a distruggere i sentimenti e le idee del singolo individuo. “Era un solitario fantasma che proclamava una verità che nessuno avrebbe mai udito”, così l’autore descrive il protagonista, un uomo che assomiglia tanto a quello che un cittadino cinese deve subire quotidianamente: perdita di dignità e possibilità lavorative dopo un errore banale (come attraversare le strisce pedonali con il rosso) oppure la soppressione di qualsiasi manifestazione per una maggiore richiesta di libertà. “La menzogna diventa realtà e passa alla storia”: le parole del PCC sono e devono essere legge, al di là che esse rispecchiano o meno una concezione di rispetto e tutela per i diritti umani. 

Tornando indietro nel tempo, nel 1791, il filosofo, giurista ed economista inglese Jeremy Bentham progettò nei suoi studi una struttura di sorveglianza – il “Panopticon” – di forma circolare, caratterizzata da una torretta controllo al mezzo. All’interno di quest’ultima, un guardiano può controllare i detenuti senza che loro se ne accorgessero, garantendo una situazione di costante paura e precarietà nei tentativi di fuga, senza venire mai a conoscenza di colui che li stava “tenendo d’occhio”. Seppur l’idea nacque allo scopo di diminuire i costi delle carceri, questa prigione viene spesso paragonata alla situazione finora descritta e individuabile nel romanzo di Orwell: le nuove tecnologie e il sistema algoritmico prende forma nella vedetta a capo della prigione, nascosta dai nostri occhi, gli occhi dei reclusi e che, nel caso cinese, garantisce una sensazione di costante oppressione e smarrimento, una necessaria attenzione permanente per evitare di subire una pena maggiore. La trasparenza dei social e dei sistemi informatici occidentali vengono, in questi regimi autocratici, sostituiti dalla “sorveglianza totale” e dalla repressione delle ideologie e libertà dell’individuo. 

Orwell e Bentham ai loro tempi provocarono grande scalpore nella società, talvolta ignorati o considerati esagerati nelle loro affermazioni. Più di due secoli dopo, nel caso del filosofo inglese, e settant’anni da “1984”, queste parole spropositate hanno assunto un valore reale da non ignorare: sicurezza delle élite, controllo quotidiano e costruzione di un database nazionale permettono di creare un panorama di oppressione e svalutazione umana, costringendolo all’appiattire i suoi ideali per farsi sopraffare dai giganti governativi che dominano questi Stati. 

 

Arienti Stefano

Arienti Stefano

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