Prima dell’uscita al cinema a luglio del nuovo film “Oppenheimer”, anticipiamo il lavoro del regista Christopher Nolan raccontando la storia del fisico Robert Oppenheimer, “The father of the Atomic Bomb”, il padre della bomba nucleare; la sua vita, la costruzione della bomba e, infine, il successo-insuccesso della creazione dell’arma più pericolosa del mondo.
Julius Robert Oppenheimer
Negli anni Venti le nuove teorie quantistiche e della relatività stavano attirando l’attenzione di tutti i più grandi scienziati dell’epoca. Celebre è la foto di quel pomeriggio del 29 ottobre del 1927, durante il quale 29 persone (tra cui una sola donna, Marie Curie) si ritrovarono per cenare e discutere dell’enorme sviluppo e potenzialità della fisica quantistica. Albert Einstein, anch’esso presente alla cena, definì quei giorni come “Witches Sabbath”, il convegno delle streghe. Convegno che, però, avrebbe cambiato il futuro delle persone di tutto il globo, ma soprattutto di una: Julius Robert Oppenheimer.
Figlio di un ricco commerciante di tessuti migrato dalla Germania e di un’artista di origine ebraica, J.Robert Oppenheimer nacque a New York City il 22 aprile 1904. Studiò alla Ethical Culture Society School (il cui laboratorio di fisica da allora è stato intitolato a lui) ed entrò ad Harvard nel 1922, a soli diciotto anni. Dopo la laurea nel 1925 si trasferì in Inghilterra per condurre ricerche presso il Cavendish Laboratory dell’Università di Cambridge, lavorando sotto il celebre fisico J.J.Thomson. Nel 1926, a soli ventidue anni, Oppenheimer andò all’Università di Göttingen, per studiare con Max Born e pubblicando molti importanti contributi sulla nuova teoria quantistica (tra cui, per esempio, l’approssimazione di Born-Oppenheimer). Nel 1927 tornò ad Harvard e l’anno seguente accettò una cattedra di assistente in fisica presso l’Università della California: nei successivi tredici anni continuò a fare il “pendolare” tra le due università, contornato da sempre più collaboratori e studenti affezionati. Tutto ciò fino all’invasione della Polonia da parte della Germania di Adolph Hitler.
Father of the Atomic Bomb
L’invasione polacca non preoccupò l’Occidente solo per le conseguenze politiche nel Vecchio Continente. I fisici Albert Einstein, Leo Szilard ed Eugene Wigner, infatti, avvertirono il governo statunitense del pericolo che minacciava l’intera umanità se i nazisti fossero divenuti i primi a riuscire a fabbricare una bomba nucleare. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale in tutta Europa, nel settembre ’39, Oppenheimer iniziò a cercare un processo per la separazione dell’uranio-235 dall’uranio naturale, e per determinare la massa critica di uranio richiesta per realizzare la futura “bomba atomica”.
Tre anni dopo, nell’agosto 1942, all’esercito americano fu affidata la responsabilità di organizzare gli sforzi dei fisici britannici e statunitensi per cercare un modo per sfruttare questa energia nucleare per scopi bellici. Uno sforzo che divenne noto come “Progetto Manhattan”. E proprio a capo di questo celebre progetto scientifico venne posto Robert Oppenheimer. Sotto la sua guida vennero costruiti i laboratori di Los Alamos e, pochi mesi dopo, circa 3000 persone lavoravano e gestivano i progetti dello scienziato americano. Bisognerà aspettare ancora tre anni, il 16 luglio 1945, per la prima esplosione nucleare ad Alamagordo, che Oppenheimer chiamò “Trinità”: “Immagino abbia funzionato”, furono (secondo quanto venne riferito) le prime parole dello scienziato dopo lo scoppio. Poco meno di un mese dopo, invece, avvenne il vero evento che avrebbe cambiato per sempre la sua vita: il 6 agosto 1945, le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki vennero rase al suolo dalla bomba nucleare; e con loro centinaia di migliaia di vite.
Nell’ottobre dello stesso anno, Robert Oppenheimer si dimise dal suo incarico e nell’ottobre 1949, nonostante l’URSS sviluppò la sua prima bomba nucleare, si oppose fortemente allo sviluppo della bomba ad idrogeno. Successivamente, lo stesso patriottismo di Oppenheimer venne messo in discussione, accusato persino di “simpatie comuniste” a causa delle sue passate affiliazioni politiche. Per il resto della sua vita evitò la politica e continuò a svolgere le funzioni di direttore dell’Institute of Advanced Study di Princeton. Dopo aver ottenuto il Premio Enrico Fermi nel 1963 per i propri contributi alla fisica teorica, morì di cancro alla gola il 18 febbraio 1967.
Il successo-insuccesso della bomba atomica
“Sapevamo che il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Qualcuno ha riso, qualcun altro ha pianto. La maggior parte delle persone rimase in silenzio. Ricordavo il verso delle scritture indù, la Bhagavad Gita: “Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi”. Suppongo che l’abbiamo pensato tutti, in un modo o nell’altro”. Sono queste le celebri parole di Robert Oppenheimer il giorno della prima esplosione (qui il link per il video originale). Un mese prima di Hiroshima e Nagasaki, il momento in cui lui, prima di tutti, divenne il vero Distruttore di Mondi.
Il futuro successo della bomba atomica – mai più utilizzata nella storia e grande deterrente nella Guerra Fredda – si affiancò all’insuccesso della reputazione dello scienziato. Pochi giorni dopo il dramma giapponese, infatti, Oppenheimer ottenne un incontro con il presidente Truman. Qui espresse chiaramente la sua repulsione verso i fatti asiatici, affermando addirittura al presidente che sentiva “sangue sulle [sue] mani”. “Non voglio più vedere quel figlio di puttana in questo ufficio”. Cacciato, Julius Robert Oppenheimer divenne così il Padre della Bomba Nucleare.