“Una nuova ondata di violenza estrema”. L’ONU ha deplorato, martedì 9 maggio, la morte di oltre 600 persone nel solo mese di aprile in diversi quartieri di Port-au-Prince, la capitale di Haiti. “Ciò segue l’uccisione di almeno 846 persone nei primi tre mesi del 2023, a cui si aggiungono più di 393 feriti e 395 rapiti durante il periodo, un aumento della violenza del 28% rispetto al trimestre precedente”, dettagli in un comunicato stampa dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Oltre all’estrema povertà e fame che attanaglia da decenni il paese (qui il link per un precedente articolo a riguardo), l’ONU sottolinea che la violenza ad Haiti non solo sta diventando più estrema e più frequente, ma si sta diffondendo inesorabilmente mentre le bande armate cercano di espandere il loro controllo.
L’ONU e le ONG sempre più “inutili”
“È triste ma ci sono momenti in cui non hai più scelta: un medico morto non cura più”. Cruda ma assolutamente veritiera è la dichiarazione, già a fine gennaio, di Benoît Vasseur, capo missione di Medici Senza Frontiere (MSF) ad Haiti. Un’illustrazione che venne conseguentemente accompagnata – venerdì 27 gennaio – dalla sospensione delle attività in uno dei principali ospedali nella città di Carrefour (a ovest della capitale), dopo che diversi uomini armati fecero irruzione dentro la struttura e prelevarono “un paziente con ferite da arma da fuoco e lo hanno freddamente giustiziato con una pallottola alla testa” – si legge nel comunicato stampa della stessa ONG.
Dopo la parziale “fuga” di MSF, la stessa sorte sta toccando attualmente anche all’ONU, a fronte dell’escalation che sta interessando anche le zone precedentemente considerate sicure – tra cui Kenscoff e Pétion-Ville, come il dipartimento di Artibonite. In queste zone, oltre all’aumento del 12% dei rapimenti rispetto al trimestre precedente, la violenza sessuale continua ad essere utilizzata come arma delle bande per infliggere terrore e causare sofferenze.
Inoltre, secondo i vari rapporti, l’ONU evidenzia che nell’ultimo mese le bande hanno continuato la loro campagna di “taglia e brucia”, incendiando interi quartieri e sedi di polizia intorno alla capitale. Nella prima settimana di aprile, per esempio, una banda armata ha tesa un’imboscata e ucciso un contingente di tre agenti di polizia in un sobborgo meridionale di Port-au-Prince.
La violenza sessuale come arma
Fu amore a prima vista per Madeline, che incontrò per la prima volta Baptiste in un ritiro religioso nel 2002. Dopo un’adolescenza trascorsa assieme si sposarono e si stabilirono in affitto a Cité Soleil, baraccopoli sul mare trasformata in campo di battaglia dai gruppi armati. A luglio 2022, la coppia si è svegliata nel cuore della notte con il quartiere completamente in fiamme, costringendoli alla fuga. Ore dopo, un gruppo di armati, ricorda Madeline al The Guardian, li ha fermati e trascinati in una strada laterale. “Non vedi che siamo poveri?”, sono state le ultime parole di Baptiste, mentre Madeline veniva violentata da più di una dozzina di membri della banda e costretta poi alla fuga e ad abbandonare il corpo del marito.
Le donne e i bambini haitiani non sono solo coinvolti nella spirale delle guerre tra bande del paese, ma sono sempre più oggetto di stupri, torture, rapimenti e uccisioni, sfruttati dai criminali per incutere timore e controllare le varie zone del paese. Una situazione aggravatasi negli ultimi anni, a causa della mancanza di rifugi e sostegni da parte della comunità internazionale – come l’ONU. Più di cento mila persone sono sfollate a causa degli scontri, e decine di donne e ragazze vengono continuamente stuprate anche nelle decine di campi profughi improvvisati e sparsi per il territorio dell’isola. Medici Senza Frontiere ha addirittura affermato di aver registrato circa 32 casi di stupro e violenza in soli due giorni nel mese di settembre 2022. In questo nuovo anno, infine, secondo la SOFA (che gestisce cinque centri a sostegno delle vittime di violenza sessuale nella regione nord-occidentale di Grand’Anse di Haiti e un altro centro a Port-au-Prince) c’è stato un aumento di sei volte dei casi di stupro denunciati tra dicembre e gennaio.