Da un po’ di anni a questa parte sono nate delle nuove figure: i motivatori o Mental Coach, come dir si voglia. Uomini e donne capaci di trasmettere in pochi discorsi un senso di realizzazione e uno scopo nell’ascoltatore, portatori di verità e pillole su come sviluppare una strategia per avere successo nella vita. Sono delle guide vere e proprie, tanto che molti nei loro seminari raccolgono un numero di partecipanti assurdi. Noi tutti desideriamo avere la chiave del successo o che un giorno arrivi quella persona che ti cambia la vita: e così molti uomini, in un momento di difficoltà nella loro vita, vedono una luce di speranza in queste persone.
Le frasi e discorsi di questi Mental Coach sono sempre le stesse: “Credi in te stesso”, “Trova la tua strada”, “Fallire è il primo passo del successo” e così via, tanto che alcuni di loro costruiscono una vera propria narrazione su queste frasi. Ciò che lascia perplessi è la semplicità con cui un uomo che parla ad una folla riesca a intuire e conoscere esattamente la chiave della felicità per tutti loro; e ancora, come mai un lavoro così introspettivo che dovrebbe portare queste persone ad una grande conoscenza di sé viene trasformato in una ricetta per tutti.
Questi personaggi sono ormai diventati delle star e hanno annientato qualsiasi opportunità di potersi concedere una strada personale. Nonostante parlino di quello che c’è dentro di noi e di come far emergere un lato positivo del nostro carattere per portarlo nella nostra quotidianità, allo stesso tempo distruggono la bellezza della conoscenza. Come per tutti i fenomeni americani, pragmatici e incentrati al solo raggiungimento di un obiettivo, peccano per quella che può essere la crescita intellettuale dell’individuo. Diciamocelo chiaramente: mettere insieme qualche frase motivazionale, un paio di nozioni di psicologia per rendere il tutto più credibile, non può essere abbastanza per guidarci nella nostra crescita creativa.
Abbiamo tralasciato la potenza della conoscenza come custode di insegnamenti per la nostra vita: leggere un libro ed emozionarsi, guardare un film e rimanere sorpresi da una scena è crescita personale, conoscere la filosofia come strumento di riflessione della realtà, recarsi in una chiesa per meravigliarsi dell’arte contenuta in essa; tutto ciò è crescita personale. In sostanza, un motivatore o un Mental Coach rimane innanzitutto un figlio del profitto e della produzione e anche se non lo fa direttamente poggia i capisaldi della sua arte oratoria sul successo lavorativo. Non sono figli della bellezza, non conoscono lo stupore di entrare in se stessi attraverso la parola di altri che nel passato hanno voluto lasciare una strada per le nuove generazioni.
L’assenza di bellezza è il punto. Non pensate che in una frase o in poche nozioni urlate con toni convincenti sia custodita la risposta alle vostre instabilità. Il cammino è più complicato e la realtà ti parla a bassa voce. È così che la conoscenza ed il sapere potrebbero diventare i vostri migliori amici, perché come noi anche loro hanno bisogno di tempo per essere scoperti.