L’8 marzo 2022, la Commissione europea ha proposto lo schema di un nuovo piano per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, il tutto ovviamente alla luce dell’invasione in Ucraina. Pochi Paesi sono esposti come l’Unione Europea al commercio di gas con Mosca, da cui otteniamo circa il 40% del nostro gas; secondo i dati, appunto, del gruppo di ricerca Transport & Environment, questa dipendenza costa circa 118 milioni di dollari al giorno. Ad una velocità impensabile e con un accordo comune particolarmente sorprendente, il piano “REPowerEU” è stato comunicato al mondo intero, o meglio, alla nemica Russia, allo scopo di trovare forniture alternative di gas nei prossimi mesi e di aumentare l’efficienza energetica, raddoppiando, inoltre, le fonti di energia “green” a medio-lungo termine.
Chiunque, sulle bollette o alle stazioni di servizio, può osservare l’incredibile aumento del costo dell’energia e del gas negli ultimi mesi, con un’impressionante escalation dall’inizio del conflitto. L’obiettivo europeo è quindi quello di “mitigare l’impatto dei prezzi elevati sui consumatori vulnerabili”, come si legge dal mandato, aiutando gli Stati e le imprese più colpite da questo aumento dell’energia e la sua volatilità di prezzo. La Commissione, inoltre, intende presentare entro aprile una proposta legislativa che preveda che lo stoccaggio sotterraneo del gas (ovvero l’immagazzinamento e il prelievo del combustibile) in tutta l’UE sia riempito almeno fino al 90% della sua intera capacità, importando quindi il monitoraggio e l’applicazione dei livelli di riempimento e una maggiore solidarietà tra gli Stati membri. Le scorte di gas, he oggi occupano il 30% della capacità massima, proverrebbero, almeno nel breve periodo, da Stati Uniti e Africa, di fianco alle già presenti discussioni con i fornitori di gas esistenti, tra cui Norvegia, Algeria e Azerbaigian. Verrà anche valutata l’opzione per ottimizzare la progettazione del mercato elettrico, tenendo conto sia della relazione finale dell’Agenzia dell’UE per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (ACER) e altri contributi su vantaggi e svantaggi dei meccanismi di tariffazione per l’accessibilità elettrica.
Il fulcro, però, come si legge anche dal piano, è l’eliminazione della dipendenza dal gas russo entro il 2030, sottolineato duramente dalla stessa presidente della Commissione Ursula von der Leyen: “Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, dal carbone e dal gas russi. Semplicemente non possiamo fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente”. L’obiettivo sarà quindi quello di diversificare l’approvvigionamento di gas da fornitori non russi e ridurre del 30% il nostro consumo annuo di gas fossile. Con le misure portate in campo dal piano REPowerEU, avremmo (forse) la possibilità di rimuovere gradualmente “almeno 155 miliardi di metri cubi di consumo di gas fossile, equivalente al volume importato dalla Russia nel 2021”, viene spiegato nel rapporto.
L’UE importa il 90% del proprio consumo di gas, con la Russia che fornisce circa il 45% di tali importazioni, assieme anche al 25% del petrolio e il 45% del carbone. “È dura, dannatamente difficile”, afferma il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans. Risulta a tutti chiaro quanto siamo dipendenti da Mosca e quanto questa guerra ponga in una situazione di incertezza e stabilità – principalmente economica – non solo la popolazione di Kiev ma tutti noi europei. Il rischio, osservando anche le parole della von der Leyen, è un piano esclusivamente mirato alla minaccia della Russia, o meglio, un dimostrare solo a parole che anche l’Europa può “vivere bene” senza sottostare alle leggi di mercato russe. Dico rischio perchè, da sempre, la difficoltà del Vecchio Continente di allineare il pensiero di tutti gli Stati membri non è mai stato qualcosa di facile e sono già molti i progetti andati in fumo seppur le buone intenzioni iniziali. La Russia, seppurconsiderabile democraticamente “inferiore”, è sempre stata un’ottima stratega e calcolatrice: di fronte al dramma di una impossibilità europea di staccarsi dalla dipendenza russa, questa potrebbe distruggere in pochi secondi la dimostrazione di forza e potenza quale il REPowerEU e, assieme a lei, anche la vita di molti cittadini dell’Unione Europea e dell’intero mondo.