Il Signore degli Anelli e la Destra eversiva italiana

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Quale assurdo collegamento potrebbe esserci tra una delle saghe più famose di tutto il mondo e l’eversione armata italiana nata negli anni Sessanta più comunemente conosciuta come “terrorismo nero”? Non c’è, tuttavia, solo un banale legame: Il Signore degli Anelli, la celebre saga fantasy di Tolkien, divenne addirittura ispirazione e fondamento per questo movimento neofascista e nazional-rivoluzionario, dai suoi protagonisti al mito dell’eroe, dal “pochi contro molti” al senso di comunità e “villaggio” presente nella saga.

 

Prima de Il Signore degli Anelli: la Destra eversiva

Prima di parlare direttamente de Il Signore degli Anelli e del suo rapporto con la Destra eversiva, proviamo brevemente a spiegare l’origine del terrorismo nero italiano, il quale andò a contrapporsi alle Brigate Rosse e accompagnarono la nostra penisola nei cupi “Anni di Piombo”.

Rispetto al terrorismo di sinistra, il cui movimento nacque da un vero e proprio progetto e manifesti con scopi precisi e rudimenti chiari, la Destra eversiva – pur avendo anch’essa dettami distinti – non ha mai trovato la propria origine da un manifesto o un progetto teorico vero e proprio. Tuttavia, nel 1965 venne fondato dallo Stato Maggiore della Difesa il centro studi “Istituto Luigi Pollio per gli Affari Strategici”, il quale organizzerà un importante e celebre convegno intitolato: “Guerra Rivoluzionaria: la terza guerra mondiale è già iniziata”. La partecipazione fu limitata ad uno specifico numero di figure: ufficiali superiori delle forze armate, uomini politici, intellettuali di spicco, militanti della destra radicale e universitari guidati dal fondatore di Avanguardia Nazionale Stefano delle Chiaje. Seppur non esplicitato all’epoca, questo convegno divenne per molti storici il momento della nascita della futura Destra eversiva, con il motivo di rivelare la guerra non ortodossa che il comunismo italiano stava portando avanti, coperto dalla democrazia e all’ombra delle forze armate.

Narrando, di conseguenza, alcune delle principali caratteristiche “psico-sociali” del terrorismo nero, possiamo già provare ad intuire il collegamento a Il Signore degli Anelli. In primis, il rigetto della ragione e l’anti-intellettualismo (radicato nei pensatori di riferimento Evola o La Rochelle), alla ricerca di fonti differenti dal senno come forze vitali, irrazionalità o istinti primordiali, fino al Superuomo nietzschiano che si eleva per le sue imprese. Di conseguenza, il Mito assume una centralità fondamentale, fonte della legittimità politica e dell’azione sociale. Due caratteristiche che hanno come culmine del pensiero un fenomeno di mitizzazione di chi agisce rispetto a chi “teorizza”, un onorare e idealizzare personaggi storici come grandi conquistatori o grandi gruppi militare d’azione piuttosto che intellettuali (tra questi, Freikorps, José Antonio Primo de Rivera e la Falange spagnola divennero i più famosi).

 

L’eroismo della Destra eversiva

Guidati dal potente mago Gandalf, un ristretto gruppo di umani, nani, elfi e hobbit hanno l’obiettivo di distruggere un anello magico e sconfiggere così il potente e malvagio Sauron. Una sinossi, brutalmente breve, de Il Signore degli Anelli che, tuttavia, permette di intuire le motivazioni per cui il terrorismo nero assunse come “musa” la saga di Tolkien. In particolare, in Italia la prima edizione integrale de Il Signore degli Anelli venne stampata e distribuita nel 1970 dalla casa editrice conservatrice Rusconi, il cui direttore Alfredo Cattabiani fu uno dei principali partecipanti del Convegno di Pollio di cui abbiamo parlato in precedenza. Cameratismo, eroismo, coraggio, impulsività e “azione fine a sé stessa”: sono queste le caratteristiche della saga fantasy e, nuovamente, le medesime che la Destra eversiva cercava per combattere l’antagonista, per proteggere l’Occidente dalla minaccia comunista.

Gianfranco de Turris, scrittore e giornalista Rai (nonché curatore delle opere di Julius Evola) parlava così in una lontana intervista nel 2010: “La narrativa di Tolkien e la ‘heroic fantasy’ era per così dire più connaturale all’animus del ragazzo di Destra, al suo modo di vivere e di sentire, alla sua mitologia personale e collettiva”. E ancora: “Nei momenti più tragici degli ‘anni di piombo’ […], il ritrovarsi di parecchi giovani di Destra nella letteratura fantastica ha consentito loro di non perdersi, scoraggiarsi, deprimersi, riverberandosi in un mondo ideale, in un mito, che trovavano più nella politica politicante, nell’attivismo del piccolo cabotaggio delle sezioni e delle federazioni”.

 

I campi hobbit

Un senso di comunità e di vita collettiva che si concretizzerà nei cosiddetti “Campi Hobbit”, quattro manifestazioni organizzate fra il 1977 e il 1981 dal Fronte della Gioventù (l’organizzazione giovanile di estrema destra del Movimento Sociale Italiano). Lo scopo era quello di sperimentare nuove forme di azione politica e di militanza, attraverso una forma – quella del “campo” – molto diffusa negli ambienti di destra già dal termine della Seconda guerra mondiale.

Un tentativo di concretizzazione della Destra eversiva, sullo spunto de Il Signore degli Anelli che, tuttavia, verrà completamente cancellato dall’escalation di violenza durante il periodo dello stragismo e che culminerà (e si chiuderà), come ben sappiamo, nella controversa e drammatica Strage di Bologna, il 2 agosto 1980.

Arienti Stefano

Arienti Stefano

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