Andalusia, la Terra della Luce (7)

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Siamo giunti al termine di questo “tour scritto”. Abbiamo viaggiato e scoperto innumerevoli aspetti di questa incredibile regione della penisola iberica: confronto religioso, ricchezza culinaria, periferie e frontiere, crisi passate ed odierne. Una regione, un mondo completamente differente dal resto della Spagna, un universo nascosto ma ricco di storia, tanto “abbandonato” quanto fondamenta di molte delle culture europee.

Il viaggio, però, non termina qua: vi ricordiamo, infatti, che il 20 maggio sarà possibile scoprire ulteriori curiosità e assaggiare la cultura culinaria della regione dell’Andalusia durante il nostro prossimo evento di degustazione: “Andalusia. Viaggio enogastronomico nella Terra della Luce”, alle 13:00 presso il Ristorante “Bel Sit” a Briosco (MB) – di seguito, il link per prenotarsi all’evento (l’iscrizione è gratuita e il pagamento, di 35€ a persona, avverrà al termine del pranzo).

 

Andalusia, la Terra della Luce

Questo libro è un invito al viaggio: incamminiamoci allora, perché, pur inafferrabile e misteriosa, alla fine incontreremo la Terra della Luce”. Quest’ultimo episodio è doveroso dedicarlo al magnifico libro “Andalusia” (2018) di Franco Cardini, professore emerito di Storia medievale nell’Istituto italiano di Scienze Umane e Sociali della Scuola Normale Superiore.

Lo scopo del libro – e anche di questo tour – è quello di narrare il motivo per cui questa regione è chiamata proprio Andalusia; o meglio, “Anda-luz”, “va’ con la luce”. Le vicende evocate e i giudizi espressi dai personaggi, che in questo non-luogo sono suggestivamente riuniti da Cardini, storicizzano le mille immagini di chi, da sempre, pensa, parla e scrive della regione dell’Andalusia, colorano gli infiniti stereotipi che molto spesso hanno attanagliato questa regione così oscura. Illuminare, dare luce a questa terra significa mostrarla al mondo intero; significa non lasciarla in balìa di un falso immaginario e di narrarla per quello che è. “Viaggiare nel tempo, insieme con il tempo. Non è forse questo, non dovrebbe essere forse questo la storia? Rovistare il passato, ricostruirlo, ripensarlo, interrogarlo per dare un senso al futuro attraversando il presente. Ma il viaggio non è, per eccellenza, un movimento attraverso lo spazio? E allora, se spazio e tempo sono complementari, se davvero la geografia e la cronologia sono gli occhi e le orecchie inseparabili della storia, visitare l’Andalusia di oggi e scoprirne il suo ieri non possono non essere due aspetti di una sola operazione”.

Dai primi coloni nella Sierra Morena al tempo dei pellegrini e dei cavalieri; dalla cultura araba alla reconquista cristiana; da centro dell’Europa a periferia in decadenza; per terminare con un presente “in siccità” ma “in scoperta”. Il racconto di Cardini non è solo storia: è dare luce alla regione andalusa, rivelare lo splendore di questa terra riscoprendo il suo passato. Un cammino da compiere, però, passo per passo, poco alla volta, facendosi travolgere dalla Luce dell’Andalusia. “Da qualche parte, nell’infinito, presso al Guadalquivir delle stelle, lungo un cammino senza tempo e senza spazio: perché nell’eternità non ci sono né il tempo né lo spazio. Eppure, per grazia di Dio onnipotente o per la gentilezza di un qualche dio pietoso dell’uomo, quello sembra proprio un cammino; anche se non come tutti gli altri”.

 

Il nostro viaggio

Tramite le parole e l’ispirazione del libro di Cardini abbiamo provato anche noi a narrare un cammino nella Terra della Luce. E in questo viaggio abbiamo scoperto che l’Andalusia è veramente invasa da una Luce, negativa e positiva, ma che sicuramente merita di essere descritta e raccontata.

Una prima luce è, per correggersi, un insieme di Luci, che prendono vita sotto forma di culture. In primis, quella araba e cristiana, che ancora oggi “combattono” nei vari monumenti architettonici (pensiamo al Castello di Santa Catalina a Jaén) o addirittura per le città, come la splendida Siviglia. Secondariamente, però, ci sono anche Luci più piccole, più nascoste, ma che arricchiscono questo territorio: parliamo, per esempio, della cultura dei Gitani, di quella ebrea nel quartiere di Santa Cruz o il mondo di frontiera del territorio di Gibilterra. Una luce che risplende anche (e soprattutto) nell’infinita cultura culinaria dell’Andalusia: pensiamo, per esempio, all’Jamón e alle sue due sfaccettature, Serrano e Iberico. Ma che ha anche riscontri alquanto negativi, come nella crisi della cultura dell’olio di Jaén, un mercato soffocato dalla persistente siccità.

E incamminiamoci dunque, con la desolata allegria di chi sa di voler riconquistare il proprio paesaggio interiore, verso l’Andalusia di oggi. Siamo disposti a tutto: perfino a scavare tra le rovine occultate o dimenticate sotto la moquette dei turistici resort e delle menzogne mediatiche. Andiamo con la luce, verso la Terra di Luce che ci sta dentro. È inafferrabile: ma finiremo col trovarla, o se non altro avremo la sensazione che ci sia per un attimo balenata dinanzi agli occhi e nel cuore, intravista in un profilo di torri e di montagne o di promontori al tramonto oppure nel riflesso violaceo di una jarra di sangria” – Franco Cardini.

Arienti Stefano

Arienti Stefano

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